Di Marco Montinaro
Il primo dei due incontri ravvicinati tra Juventus e Salernitana è ormai archiviato. La sfida di Coppa Italia all’Allianz Stadium di Torino si è conclusa con un tennistico 6-1 in favore dei bianconeri, sancendo per i granata la prematura interruzione del percorso nella competizione agli ottavi di finale. Rileggendo le formazioni a confronto, affermare di essere sorpresi dalla sconfitta, sarebbe sicuramente un eufemismo, ma il roboante risultato finale è un’ umiliazione cocente che, se da un lato può essere giustificata nascondendosi dietro il dito della “partita difficile da giudicare”, dall’altro ha evidenziato i limiti tecnici e mentali di una rosa sicuramente non adeguata, soprattutto se falcidiata anche da assenze importanti.
L’analisi del match deve rimanere in costante equilibrio sulla linea che divide la realtà e l’illusione, cercando di trovare quei pochi spunti costruttivi che la serata di ieri può aver lasciato. L’illusione sarebbe sicuramente il cercare di far passare l’umiliazione di ieri come inevitabile racchiudendo la partita contro la Juventus nella categoria di “quelle che non fanno testo”. Sarebbe troppo facile ridurre tutto alla mancanza di stimoli (squadra concentrata sulla salvezza) e di uomini per giustificare la gita che i granata hanno fatto a Torino.
La realtà è che la Salernitana, al di là delle assenze, non si è presentata sul rettangolo di gioco rendendo la partita della Juventus di Allegri troppo facile da condurre fino al novantesimo: i bianconeri non infliggevano 6 gol ai suoi avversari dal gennaio 2015 (sempre in Coppa Italia) e non vincevano da ottobre contro il Torino con almeno 2 gol di scarto, ad evidenziare che la Vecchia Signora non è sicuramente una macchina da gol.
L’obiettivo principale è e rimane quello della salvezza ma l’atteggiamento non può essere quello visto contro la Juventus e domenica all’Arechi andrà in scena il replay nel quale servirà tutt’altra Salernitana: recupererà Candreva e probabilmente ritroveranno spazio dall’inizio Costil, Fazio e Gyomber ma la lista degli assenti non sarà poi tanto più corta rispetto al match di Coppa Italia. Qui subentra il lavoro di mister Inzaghi che dovrà trovare la giusta chiave di lettura della sconfitta e riuscire a trasmettere ai ragazzi granata tutto quello che non hanno fatto vedere nel match di ieri contro i bianconeri: il capitale umano a disposizione dell’allenatore piacentino è limitato e ora più che mai servirebbero nuovi innesti per poter affrontare un gennaio ricco di impegni difficili e probanti contro Juventus, Napoli, Genoa e Roma.
Le falle di una rosa non adeguata sono sotto gli occhi di tutti e la partenza di Mazzocchi ha aumentato ancora di più questa percezione; tocca a Sabatini rattoppare quello che di sbagliato è stato fatto nella campagna acquisti estiva, nella quale con troppa superficialità non si è provato a migliorare una difesa già non famosa per la sua impermeabilità durante la stagione scorsa (terza difesa più battuta), un centrocampo e un attacco costruiti in maniera approssimativa e senza uomini di qualità ed esperienza che potessero realmente dare una mano.
La salvezza è possibile e il gap è tutt’altro che incolmabile ma adesso, oltre che sul campo, bisogna dare una risposta anche sul mercato per cercare di raddrizzare una stagione finora minata da troppi errori e peripezie.