Alla viglia della gara più importante del campionato potrebbe sembrare del tutto fuori luogo parlare di bilancio.
Lo faccio, sfidando l’impopolarità, per sgombrare il campo da una paura che serpeggia tra i supporters della Salernitana. Il terzo fallimento.
Proverò, con queste poche note, a fare chiarezza, affinchè si evitino i “de profundis” ai quali stiamo già assistendo in questi giorni.
E parto dalla conclusione: una eventuale, malaugurata, retrocessione in LegaPro sarebbe una mortificazione sportiva e un disastro economico ma non tale, quest’ultimo, da mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa della Salernitana.
Il bilancio al 30 giugno 2024 si è chiuso con una perdita di 41,4 milioni di Euro di perdita che, però, non teneva conto dell’importo del paracadute (25 milioni di Euro, 20 al netto del contributo di solidarietà), e degli esiti del c.d. calciomercato.
Tra l’altro le cessioni dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori (circa 18 milioni di Euro, oltre gli ingaggi risparmiati) hanno consentito alla società di ridurre il fabbisogno finanziario in quanto nella relazione degli amministratori di accompagnamento al bilancio si legge che la società prevede(va) di ricorrere all’anticipazione dei crediti a breve e lungo termine generati dalla campagna trasferimenti estiva.
In pillole la Salernitana si è fatta anticipare dal sistema bancario il danaro che incasserà da altre società negli esercizi successivi in dipendenza di cessioni, già avvenute, dei diritti alle prestazioni sportive di alcuni calciatori.
In più, per ottenere il parere favorevole dell’organo di controllo all’approvazione del bilancio, il Socio Unico IDI S.r.l. ha assunto l’impegno formale al ripianamento delle perdite al 30 giugno 2025 e a sostenere finanziariamente l’attività della società U.S. Salernitana 1919 Srl in modo da garantirne la continuità aziendale qualora la società non sia in condizione di raggiungere autonomamente l’equilibrio di gestione economico e finanziario.
Poche note, le mie, con i pochi numeri certi a disposizione, per dimostrare
1) che non c’è nessun interesse economico della proprietà alla retrocessione in LegaPro;
2) che nonostante l’ingente importo delle perdite riportate al 30 giugno 2024, e che avevano sostanzialmente azzerato il residuo patrimonio netto della società, il paracadute (20 milioni) e le cessioni dei calciatori (circa 18 milioni), i cui importi sono stati peraltro anticipati dal sistema bancario alla Salernitana, hanno assicurato “entrate” alla Salernitana sufficienti, in uno all’impegno del Socio Unico, a far fronte al fabbisogno finanziario dell’esercizio 2024/2025;
3) che l’impegno alla copertura delle perdite al 30 giugno 2025 da parte del Socio Unico rende sostanzialmente certa l’iscrizione al campionato, sia esso di serie B o di LegaPro;
4) che la retrocessione renderebbe certamente attuale l’esigenza di un nuovo piano di riequilibrio finanziario alla luce dei minori incassi della LegaPro;
5) ma che il tema, sia in serie B che in LegaPro, sarebbe solo quello del progetto sportivo e del relativo budget, non la sopravvivenza della Salernitana.
Spunti di riflessione i miei per dimostrare che la Salernitana deve vincere la partita a Cittadella per alimentare la speranza, almeno, dei play out, ma che i dati di bilancio dimostrano come qualsiasi risultato di Cittadella – Salernitana non avrà le conseguenze che ebbe poi Salernitana – Verona del 19 giugno 2011.