Home Editoriale “Momento d’oro per la squadra. La città non deve dividersi”

“Momento d’oro per la squadra. La città non deve dividersi”

La Salernitana cresce, ma la piazza deve compiere un salto di qualità e non dividersi in fazioni: questo l'invito di Enzo Faccenda

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rubrica Enzo Faccenda
rubrica Enzo Faccenda
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La Salernitana ha vinto a Cosenza, ma il risultato resta sub iudice per il pasticcio sostituzioni. Intanto, però, la squadra di Castori cresce sul piano della coesione e della personalità. Ne abbiamo parlato con il Presidente Provinciale della Figc, Enzo Faccenda.

Cominciamo dal caso Cosenza: cosa accadrà?

“Nulla. Non ci sono gli estremi perché si possa parlare di errore tecnico. Il Cosenza ha fatto ricorso come nelle sue facoltà, ma la Salernitana è in una botte di ferro. Del resto, un’eventuale ripetizione della partita rappresenterebbe un precedente di non poco conto. Senza contare, inoltre, che una eventualità del genere darebbe adito ad una qualsiasi società di creare confusione, al momento delle sostituzioni, per provare a giocarsi una sorta di jolly in caso di risultato sfavorevole sul campo”.

E sul campo la Salernitana le è piaciuta?

“E’ stata concreta, ha sfruttato le sue armi e non ha concesso quasi nulla al Cosenza che, come si era detto alla vigilia, non ha un grande attaccante e, dunque, può puntare solo sulla velocità”.

Il 3-5-2 scelto da Castori è stato premiato dai fatti. Può essere una soluzione anche a lungo termine?

“Il modulo ha dato buone risposte, ma voglio sottolineare le belle prove di Bogdan e di Mantovani. I due difensori si sono comportati molto bene e mi fa piacere soprattutto per Mantovani che è stato a lungo fuori. Avevo auspicato un suo impiego e penso che la sua prestazione sia stata molto apprezzata anche dal tecnico. Specie in caso di conferma del 3-5-2 il suo recupero è molto importante”.

E Anderson?

“E’ un giovane di grandi qualità tecniche. A Cosenza si è sacrificato anche in fase di non possesso. Da esterno fatica, quando gioca in posizione più centrale dà sicuramente di più. Ha pagato in termini di lucidità sotto porta il suo lavoro da mediano aggiunto, ma la sua presenza ha, al tempo stesso, permesso a Tutino di giocare più vicino alla porta e di poter dialogare con un compagno che parla la sua stessa lingua sul piano tecnico”.

Ed ora c’è il Cittadella…

“Una squadra formata da operai, se si può dire così. Ogni anno Venturato inserisce delle pedine nuove per far fronte a delle partenze eccellenti, ma la squadra pare non riserntirne. Hanno in Iori un elemento fondamentale, ma ormai in là con gli anni, che può essere una risorsa preziosa se si deve gestire un risultato favorevole. Penso che per la Salernitana sarà importante sbloccare il risultato già nel primo tempo”.

In città c’è un clima strano: la squadra è prima, ma non c’è l’entusiasmo dei tempi passati. Perchè?

“Perché si continua a portare avanti una inutile gara a chi è più tifoso. C’è chi gode per i risultati della squadra e non si preoccupa di altri aspetti e chi analizza la cosa a tuttotondo. La tifoseria salernitana in passato esprimeva figure di spicco a cui si accodavani tutti gli altri. Ora i tempi sono cambiati e tutti esprimono il loro pensiero in varie forme ed è giusto così. Per questo, dico che bisogna rispettare il pensiero di tutti e non voler rivendicare una superiorità gli uni sugli altri. I giornalisti, poi, meritano rispetto per il lavoro che svolgono e vanno tenuti fuori da queste dispute perchè devono esprimere giudizi obiettivi ed esercitare anche un diritto di critica per stimolare la società a fare meglio”.

Troppe divisioni, quindi?

“Sicuramente. Faccio un esempio, così ci capiamo meglio. C’è chi esulta per i buoni risultati, ma guarda anche oltre e, magari, sottolinea alcune lacune tecniche. Per esempio, a mio avviso, a gennaio sarà fondamentale dotare Castori di un centrocampista di spessore, esaudendo quella richiesta inevasa in estate. Mi pare che il tecnico gradisse Coulibaly dell’Udinese. Ecco, se sul portiere, sul difensore centrale e sull’attaccante di qualità, Castori è stato accontentato e questo è un bene, a gennaio mi auguro sia sostenuto anche in questa altra richiesta. Inoltre, oltre all’aspetto tecnico, resta da sciogliere il nodo multiproprietà. Non si può far finta di niente”.

E quindi?

“Quindi, sicuramente ora come ora è anche giusto vivere alla giornata, godersi il primato e sperare che la squadra resti in alto in classifica. Al tempo stesso, non si può dare addosso a chi guarda anche in prospettiva e cerca di capire quali scenari possano aprirsi dinanzi alla Salernitana. Dico poi un’altra cosa: in cinque anni la società ha sempre peccato sul piano della programmazione tecnica ed anche in questa stagione è stata poco attenta, nel senso che, ammesso e non concesso si vada in serie A, quali e quanti calciatori della rosa attuale potrebbero fare al caso un domani? In questo senso non vedo programmazione. Non voglio neanche parlare di improvvisazione, ma di scelte calibrate sull’oggi senza troppo preoccuparsi del domani”.

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