Effetti personali, non metterci le mani,
potresti forse avere, delle strane sorprese.
Effetti personali, ci tarpano le ali
Tu lasciali dormire, hanno poco da dire
Dulcis in fundo.
La ciliegina sulla torta – Bruno Barbieri, giudice di MasterChef, lo definirebbe mappazzone – è servita: Julian Kristoffersen è un nuovo attaccante della Salernitana.
Accontentarsi.
Questa è la raccomandazione che giunge, all’unisono, dalle segrete stanze e da un antico proverbio scandinavo.
Bedre med tørr kake enn intet å smake
Meglio una torta secca che nulla da mangiare
Il dinoccolato centravanti norvegese – la cui provenienza suscita in chi scrive grandissima ammirazione, oltre che la massima simpatia – è frutto di un gentlemen’s agreement sorto sulle sponde dell’Adriatico. La pedina – augurandosi la più classica delle smentite da rettangolo verde – rappresenta poco più che il casello delle solite autostrade, i soliti girotondi, le solite facce, i soliti noti, i soliti accordi.
Intuizione o indennizzo? A noi non è dato sapere, possiamo solo immaginare.
Eccolo, dunque, l’asso nella manica. Malfidati!
Settimane spese a contraddire sé stessi, la propria natura, le dichiarazioni di Fabrizio Castori.
Già, proprio Fabrizio Castori. Colui che, tramite il lavoro di campo, dovrebbe farsi garante del progetto tecnico. Il punto è che il trainer, manco a dirlo, non ha il benché minimo potere decisionale. Intanto l’ossatura dell’organico ha la stessa solidità del ponte sullo Stretto di Messina.

Fino a qualche ora fa, quindi, la quarta scelta per rimpinguare il reparto offensivo era rappresentata da André Anderson. La soluzione fatta in casa, concretizzatasi con l’innesto non innesto di “O Artilheiro”, a quanto pare non ha convinto. Necessario pescare dal menù degli svincolati – come accaduto a più riprese – mascherando d’astuzia e lungimiranza ciò che invece è figlio di improvvisazione e suggerimenti.
In funzione del dormiveglia generale – se eufemisticamente vogliamo definirlo dormiveglia – le operazioni del dopo-mercato risultano mosse di finissima fattura: è accaduto con Agustín Vuletich e Sergiu Buș, accade con Julian Kristoffersen.
Accadrà ancora. Quando il saggio indica le mani del croupier, lo stolto guarda al tavolo da gioco.
Compito svilente – senza alcun dubbio – diffondere la storiella dell’attaccante giramondo che, rifiutando la corte di altri club europei, ha preferito Salerno e la Salernitana. Occorre specificare – non per essere petulanti, semplicemente onesti col lettore – che all’elenco dei club europei appartengono anche Levadia Tallin, Vibonese e Pergocrema. Con tutto il rispetto per le società citate, non proprio Marsiglia, Atalanta e Real Sociedad come si vorrebbe far recepire.
Alle volte, perciò, la toppa fa rimpiangere il buco.
Come errori dello stesso uomo,
come membri dello stesso club,
come angeli del sottosuolo,
oggetti senza nome che chiedono di te.
L’attesa propedeutica al giudizio, comunque, non è più consentita. Checché ne vogliano pensare le orde di illuminati garantisti. Quelli che si prodigano a difendere l’operato di Angelo Mariano Fabiani, per intenderci.
Fatto sta che passare dall’esaltazione per il presunto ingaggio di La Gumina, all’applaudire convinti il colpo Kristoffersen, dovrebbe essere oggetto di studio per riviste specializzate in ambito neuropsicologico.
Disturbo dissociativo dell’identità o Sindrome di Stoccolma?
Chissà, magari è meglio affidarsi ad un esperto in neuroscienze cognitive.

Allo stesso modo è inopportuno – sintomo di scarsa aderenza al reale – citare in causa il modello Cittadella, quella è pianificazione che parte da lontano, è stesura di un progetto, è studio e competenza. Non è, sicuramente, frutto di pesca a strascico nel mare magnum di svincolati e senza fissa dimora calcistica.
Non è altresì onesto affidarsi al paragone con Akpa Akpro. L’ivoriano – al netto dei problemi fisici di notevole entità – era bandiera e capitano del Tolosa. Squadra militante nella Ligue 1 francese, non nella K League 2 coreana. Sicuramente un ottimo colpo – estratto dal cilindro in maniera casuale – vanificato, tuttavia, dall’approdo alla casa madre: la Lazio.

Un po’ di questo, un po’ di quello: tutto sommato nulla.
“Attacca l’opinione addò rice ‘o padrone“.
Il libretto delle giustifiche è ormai stracolmo. Un vero peccato accorgersi che, in sede di calciomercato, non è possibile acquisire il cartellino di due validi prospetti: onestà intellettuale e dignità.
Quelli si che sarebbero colpi ad effetto.
Effetti personali, parliamone domani.
Saremo più sereni,
con gli stessi problemi..