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Cala il sipario sulla settima giornata del nostro campionato, pronti a riporre per un turno le nostre sciarpe negli armadi.

Togliamo la polvere alle bandiere e alle maglie azzurre, rivivendo le gioie che questa estate ci ha fatto vivere.

Da venerdì fino al posticipo di domenica, un via vai di emozioni su una giostra piena di gol, da Napoli fino a Verona.

Cagliari – Venezia

La cura Mazzarri non fa effetto e purtroppo la vittoria è rimandata, perché in Sardegna hanno bisogno di certezze, per evitare di cadere in un vortice dal quale è difficile fuoriuscire.

Keita mette le ali e vola, ma nei minuti di recupero c’è chi festeggia la prima gioia, quella del primo gol in Serie A di Busio, che regala un punto prezioso ai lagunari.

Milan Djuric esulta dopo il gol al Genoa (Eurosport.it)

Salernitana – Genoa

Una gara che ricorda brutti ricordi, quelli di un playoff vinto da Vavassori e Marco Rossi nel lontano 2006.

Tanti brividi e gol mancati, la leadership di Ranieri e Belec tengono a galla i granata, mentre Ribéry incanta l’Arechi.

Succede a chi crede e non smette di lottare, perché è di Djurić il gol che vale i 3 punti per la Salernitana, facendo impazzire la Sud carica di una voce unica.

Torino – Juventus

Tante imprecisioni e poca cattiveria, Chiesa un faro da seguire per non perdere la rotta, mentre Allegri chiede a gran voce equilibrio alla manovra di gioco.

Il Toro reagisce ma il muro bianconero non sembra scricchiolare, e quando mancano pochi minuti, il neo acquisto realizza un gol con un colpo da biliardo, dipingendo la Mole tutta bianconera.

Locatelli esulta dopo il gol nel derby (Dazn.com)

Sassuolo – Inter

Le polemiche infiammano i primi minuti di gara, ed è forse il nervosismo che sembra deconcentrare i ragazzi con lo scudetto sul petto.

Sottovalutare rappresenta sempre un grande errore da non fare, perché Dzeko suona la carica, e Lautaro firma, dagli 11 metri, il gol che consente all’Inter di rimanere in scia.

Bologna – Lazio

E’ il lunch match che mette a rischio il tecnico rossoblù, contro chi è fresco di vittoria nel derby capitolino.

Sarà stata l’euforia o la stanchezza per l’Europa, ma in campo c’è solo una squadra che rema dalla parte di Sinisa.

Il nervosismo implica imprecisione, Acerbi perde la testa e saluta i compagni a gara in corso, salvando la panchina al Dall’Ara da un possibile esonero.

Hellas Verona – Spezia

Guardando le formazioni ci saremmo aspettati lo spettacolo, ma da ambo le parti però.

Una sola squadra in campo, quella di Igor Tudor che, con un telecomando immaginario, sembra guidare perfettamente i suoi verso la perfezione.

Un poker che dà speranza a chi pensava troppo e non agiva, aumentando l’autostima che serve a lottare a petto in fuori senza paura.

Candreva esulta dopo il gol contro l’Udinese (Goal.com)

Sampdoria – Udinese

Botta e risposta a Marassi tra blucerchiati e friulani, con gol e autogol che mandano al riposo le squadre sul risultato di 1-2 per i bianconeri.

L’eterno Quagliarella ristabilisce l’equilibrio, e nonostante l’eurogol di Candreva, Forestieri impiega solo 3 minuti per regalare il pari alla formazione di Gotti.

Roma – Empoli

Fresco di rinnovo, arrabbiato per non aver potuto giocare il derby capitolino, è proprio Lorenzo Pellegrini ad aprire le danze all’Olimpico.

Ancora fame e voglia di ballare, Mou chiede ai suoi un secondo gol, incaricando il “maestro del pallone” Mkhitaryan per un 2 a 0 definitivo, che riscatta la delusione del post derby.

Fiorentina – Napoli

Che bello il calcio dei due tecnici?

Il Napoli non molla un colpo e reagisce dopo il vantaggio viola, in un campo difficile come quello di Firenze, dove il cuore del capitano è più forte di un estremo difensore.

Pensiamo al coraggio di questi ragazzi, nel ribadire, con azioni fantastiche, il concetto che questo gruppo non è un fuoco di paglia.

Atalanta – Milan

Una squadra giovane consapevole di poter far male, ma soprattutto decisa a rimanere in scia.

Subito Calabria, poi Tonali recupera e firma il raddoppio, fino al tris di Leao che sembra sancire il dominio.

Qualche fantasma, prima dagli 11 metri e poi ad 1 minuto dalla fine, ma non c’è più tempo, poiché Pioli espugna il Gewiss con prepotenza.

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