Home News Una Salernitana tatticamente improponibile viene surclassata dall’Inter. Non si salva nessuno

Una Salernitana tatticamente improponibile viene surclassata dall’Inter. Non si salva nessuno

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SEPE 5,5: sbriga con attenzione l’ordinaria amministrazione, poco può opporre alle conclusioni chirurgiche di Lautaro Martinez e Dzeko.

MAZZOCCHI 4,5: inizio intraprendente, sgasa immediatamente a destra, poi cala vistosamente, si vede poco in sovrapposizione sulla fascia e in fase difensiva conferma di non avere la stessa valenza palesata nella spinta. 71 OBI S.V.

DRAGUSIN 3: si lascia confondere dai movimenti di Martinez, che gli passa davanti e con un diagonale masticato trafigge Sepe. Tante titubanze su ogni affondo interista, prima di essere fulminato ancora una volta da Lautaro all’inizio della ripresa. Finale di gara che non diventa ‘drammatico’ solo grazie all’appagamento degli avanti nerazzurri.

FAZIO 3,5: in netto ritardo sulla verticalizzazione di Lautaro Martinez che lo brucia sullo scatto ma colpisce la traversa. Si riscatta con un’ottima chiusura sullo stesso attaccante. Poi crolla nella ripresa, lasciandosi bruciare da Dzeko e vagando spesso a vuoto sulla trequarti in utopistiche aggressioni alte.

RANIERI 5: perde subito Dumfries che si rende pericoloso con una sponda aerea, però è reattivo nelle tre diagonali decisive che neutralizzano altrettanti insidiosi tentativi dei padroni di casa. Poi, dopo quaranta minuti quasi perfetti, si addormenta sull’ennesima diagonale intempestiva, con Martinez che non si lascia pregare e mette a segno la personale doppietta. Crolla nella ripresa insieme all’intera linea difensiva, con l’Inter che sulla sua fascia fa il bello e il cattivo tempo.

KASTANOS 5,5: subito ispirato, dal suo educato piede mancino parte un preciso tracciante che pesca Djuric in area, prima di guadagnare due punizioni a ridosso dell’area nerazzurra e mostrare lucidità e freddezza nella gestione dei palloni che lavora nella trequarti interista. Meno reattivo sulle palle sporche e quando è chiamato a fronteggiare le sgroppate di Darmian. Nella ripresa, dopo un buon avvio, affonda con i compagni. 82 RUGGERI S.V

L.COULIBALY 5: combattivo e lucido, prova a lavorare di filtro, ruba qualche pallone ma il gioco senza palla interista e la manovra rivale rapida eludono spesso la sua generosità.

EDERSON 4,5: qualche rabbiosa chiusura laterale, ma concede troppo al volitivo Barella che gravita dalle sue parti e a tutti i calciatori di casa che gli giocano alle spalle. Poco si vede anche in fase d’inserimento offensivo. Ancora passivo su Barella all’inizio dell’azione che porta l’Inter sul tre a zero. Prima di uscire definitivamente dalla partita. 70 RADOVANOVIC S.V

VERDI 4: tanto impegno infruttuoso, ma sulla sua prestazione pesa come un macigno il gol fallito in apertura di match. Prova a riscattarsi con una percussione a destra ma calcia sui piedi di Handanovic invece di servire al centro dell’area un compagno meglio posizionato. Si vede pochissimo anche nei quindici minuti giocati nel secondo tempo. 59 ZORTEA S.V

MOUSSET 4,5: dovrebbe inibire Brozovic ma non riesce nell’intento, mentre in attacco produce un paio di guizzi quando ha spazio da sfruttare, restando però nell’ambito dell’astrazione. Fumo e inconsistenza anche nei primi quindici minuti della ripresa che precedono la sostituzione 59′ PEROTTI S.V.

DJURIC 5: pachidermico nell’attaccare l’ottimo pallone ricevuto da Kastanos, dovrebbe arrivare tranquillamente a calciare in porta ma perde il tempo, anche se poi resta lucido nel servire Verdi che sparacchia alto. Per il resto solita foga acrobatica fine a se stessa. Nella ripresa viene servito in area interista, però la frazione di tempo che intercorre tra dribbling e il tiro è troppo ampia per sperare di superare la barriera dello stinco avversario. Velleitari i due successivi tentativi di testa e di tacco. Prova di testa a realizzare il gol della bandiera ma la conclusione manca di potenza e risulta troppo centrale per Handanovic.

ALL. NICOLA 4: la squadra prova a sorprendere inizialmente l’Inter e quasi ci riesce, però l’impressione, con il trascorrere dei minuti, è quella di un assetto tattico eccessivamente pretenzioso da schierare contro un avversario nettamente superiore. Troppo facile per i padroni di casa sfondare lateralmente, tra le linee e verticalizzando con gli attaccanti. Copione che non cambia nella ripresa, con gli uomini di Inzaghi dominatori assoluti del campo. Va bene il coraggio, ma una buona dose di umiltà non farebbe male.

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