Home Editoriale La squadra ha un’identità precisa nelle due fasi di gioco. I dettagli...

La squadra ha un’identità precisa nelle due fasi di gioco. I dettagli trascurati sviliscono i risultati

Nicola ha impiegato un mese per conferire un'identità tecnico-tattica alla squadra. I calciatori stanno assimilando principi su entrambe le fasi di gioco. Gli errori individuali e qualche dettaglio mal gestito stanno parzialmente compromettendo i risultati e un significativo lavoro settimanale di campo. La cura maniacale dei particolari per limitare gli errori e continuare a sperare.

1215
0
Tempo di lettura: 5 minuti

Nonostante una partita intensa e generosa, la Salernitana non riesce a conquistare l’intera posta in palio contro il Sassuolo e non imprime l’auspicata svolta in ottica salvezza. Hanno provato gli uomini di mister Nicola a domare gli emiliani, con superiore lucidità strategica nel segmento iniziale del match, con impeto non sempre lucido nel corso dei secondi quarantacinque minuti, anche in considerazione della superiorità numerica maturata – e sfruttata solo parzialmente – dopo l’espulsione di Raspadori. Le occasioni per aggiungere due punti ad una classifica anemica sono state create, ma è mancata la freddezza necessaria per capitalizzarle.

Certo, i neroverdi hanno palesato pregi e difetti noti da tempo, che consegnano i ragazzi di Dionisi ad un centroclassifica che non lascia tanto spazio ai sogni europei. Molta qualità dalla cintola in su, ma anche un’oggettiva fragilità in fase difensiva e una criticità a preservare attenzione mentale e disciplina tattica nell’arco dei novanta minuti. Due limiti, quest’ultimi, che impediscono a Berardi e compagni di affacciarsi con maggiore audacia nella parte sinistra della graduatoria.

Risultato sostanzialmente giusto, perché entrambe le compagini hanno avuto le opportunità per superarsi. Pertanto, il rammarico granata è figlio soprattutto delle giornate che passano, senza riuscire ad allargare gli spiragli entro i quali fiondarsi con decisione per inseguire con lo sguardo orizzonti meno cupi.

Il campionato è compromesso, sarebbe sciocco negarlo, ma chance per raddrizzarlo in extremis è ancora possibile reperirle. Ovviamente la vittoria manca ed il suo ritardo produce un incremento di criticità che si riverbera inevitabilmente sulle sempre più ridotte opportunità di farcela.

Però la squadra è viva, lotta, finalmente è impegnata a proporre gioco, lavora bene e tanto in settimana e, pertanto, continuerà ad inseguire la realizzazione di un progetto tanto proibitivo quanto stimolante. Intanto la classifica, con le sconfitte di Cagliari e Sampdoria, vede i granata a meno nove punti dalla zona salvezza occupata dai sardi e a meno dieci lunghezze dai liguri, con due gare in più da disputare rispetto ai rivali. Con i ‘se’ non si fa la storia, quindi le due partite bisognerà vincerle. Però, se accadesse, Bonazzoli e compagni si troverebbero a tre e quattro punti dalle avversarie più prossime. Con altre nove gare da disputare, comprensive di scontri diretti, il finale di stagione potrebbe ancora riservare piacevoli sorprese.

E’ piaciuto l’approccio alla gara della Salernitana, che inizialmente aveva le idee chiare su come creare difficoltà all’assetto difensivo del Sassuolo, ma anche un piano per neutralizzare l’enorme potenziale offensivo dei rivali. Nicola ha ordinato ai suoi uomini di attaccare soprattutto a sinistra, dove Verdi e Ruggeri, coadiuvati a tratti dagli inserimenti di Ederson e approfittando della scarsa attitudine di Berardi alla fase passiva, hanno guadagnato la linea di fondo e il cross in diverse occasioni. Su una di queste è nato il traversone del virgulto atalantino che ha trovato la deviazione aerea di Djuric e lo strafalcione in presa di Consigli, il quale ha consegnato un cioccolatino già scartato a Bonazzoli che non si è lasciato pregare ed ha realizzato il settimo gol stagionale. Strategia pianificata in settimana e passata subitaneamente all’incasso, ben conoscendo anche la difficoltà di Ferrari e compagni a presidiare con costante attenzione nel gioco aereo i propri sedici metri.

Trasformata la rete del vantaggio, ai calciatori di casa, sospinti dall’entusiasmo e dalla passione del pubblico, è mancato il cinismo per approfittare della situazione e sferrare il colpo del ko. Perché gli spazi invitanti a sinistra sono rimasti intatti, ma è venuta meno la precisione nell’ultimo passaggio della coppia Ruggeri-Verdi. Anche sull’altro versante, il centrodestra, Kastanos, sempre insidioso con i suoi tagli ed inserimenti, ha avuto due buone opportunità per consolidare il vantaggio, ma ha sparacchiato lontano dai pali un buon pallone a ridosso dell’area emiliana, prima di lasciarsi pigramente irretire da un fuorigioco evitabile con maggiore presenza mentale.

Ed anche la fase difensiva iniziale è piaciuta molto. Innanzitutto, perché basata sul principio di difendersi attaccando. Ma è apparsa interessante anche la disciplina nell’affrontare i duelli individuali. Lo spauracchio era rappresentato soprattutto dalla posizione assunta in campo dal gioiellino Raspadori. Nicola ha preparato una sorta di gabbia sul giovane attaccante. Quando egli si abbassava per cercare agibilità tra le linee, Coulibaly ed Enderson si occupavano di limitarlo, lasciando alle punte il compito di intralciare la costruzione dal basso di Lopez e Frattesi. Quando la punta di Dionisi agiva a breve distanza da Scamacca, la linea difensiva granata era pronta ad affrontare l’uno contro uno, potendo contare sulle linee di passaggio ospiti ostruite dal lavoro di filtro dei due mediani campani.

Insomma, sembrava davvero la giornata giusta per ritrovare il successo all’Arechi, ‘violato’ solo una volta grazie alla vittoria conseguita contro il Genoa. Il calcio, però, è anche una questione di dettagli. Quelli che impediscono di chiudere una partita in un momento favorevole, ma anche le disattenzioni che le squadre di qualità come il Sassuolo sono sempre abili a capitalizzare.

E’ bastata, infatti, una fuoriuscita dai blocchi difensivi granata degli attaccanti di Dionisi per lavorare di sponda a favore del taglio da destra di Berardi, il quale con uno dei suoi perfetti cambi di gioco ha creato superiorità numerica sul versante opposto, dove Traorè e Kyriakopoulos hanno trovato facilmente il cross che Scamacca ha tramutato in gol del pari. Almeno tre gli errori difensivi della Salernitana. Se i mediani e gli esterni pressano alti, la linea di retroguardia deve accorciare sulla zona nevralgica, altrimenti i centrocampisti perdono il necessario tempismo per eseguire il raddoppio di marcatura sull’avversario che si attiva nella trequarti. Il secondo errore di lettura lo commette Kastanos, troppo lento ad intuire il rischio di lasciare in inferiorità numerica Veseli sulla fascia destra. La terza svista è opera di Fazio, che a palla scoperta non deve preoccuparsi di mantenere la posizione di presidio della zona ma accorciare in marcatura su Scamacca lasciato completamente solo al centro dell’area. L’aggravante, su cui dovrà riflettere Nicola, è rappresentata dal registrare il medesimo errore commesso contro il Bologna, con il cambio di gioco da destra di Orsolini, il cross di Hickey e l’incornata del liberissimo Arnautovic.

Subito il gol del pari, la Salernitana, sorpresa e demoralizzata, ha smarrito coraggio e giuste distanze tra i reparti, mentre il Sassuolo ha sfoderato circolazione di palla veloce, notevoli qualità tecniche e carisma, ottenendo il vantaggio con Traorè e sfiorando anche il terzo gol con Frattesi. L’intervallo è stato provvidenziale per i ragazzi di Nicola.

Nel secondo tempo, l’ex trainer del Torino ha inserito Zortea e Perotti e lasciato negli spogliatoi Veseli e Kastanos. La squadra granata, nonostante la superiorità numerica maturata con la doppia ammonizione di Raspadori, ha faticato a lungo ad imporre il suo gioco, facendosi viva sporadicamente, nella prima parte della ripresa, con alcune iniziative del pimpante Zortea a destra e con l’impegno sulla fascia sinistra di un Perotti in crescita ma non ancora decisivo ed efficace come ai tempi della Roma.

Il Sassuolo ha avuto le sue buone occasioni per chiudere il match (due volte con Frattesi, una con Scamacca), prima di subire gli ultimi assalti granata affidati all’intesa della coppia Djuric-Bonazzoli e alla tenacia di un Zortea punto di riferimento costante sulla corsia di destra. L’attaccante bosniaco ha lavorato bene di sponda per Bonazzoli, i cui tiri non hanno superato la barriera ospite oppure sono terminati di poco lontani dallo specchio della porta. Alla fine però, approfittando della scarsa consistenza acrobatica della difesa emiliana, Djuric ha imposto la sua stazza per assicurare alla Salernitana un prezioso pareggio in extremis. Servirà? Lo sapremo solo vivendo le ultime undici giornate del campionato.