Paolo Bargiggia, giornalista ed opinionista sportivo, analizzando le italiane in Champions e l’avvio del campionato di serie A, ha rilasciato alcune dichiarazione riguardanti la Salernitana ai microfoni de “Il Pallone Gonfiato” (clicca per l’intervista competa), ritenendo i granata la squadra rivelazione del massimo campionato italiano, ha affermato:
L’intervista
«La Salernitana è passata attraverso una rivoluzione totale. Intanto, col nuovo direttore sportivo ha perso quello che un po’, erroneamente ed in modo sussiegoso, molti giornalisti italiani considerano “il vate”, Sabatini, l’uomo che tutto ciò che tocca fa diventare oro, invece, non è così. De Sanctis sta lavorando bene. Nicola è una garanzia come chiave di lettura delle partite, per come tiene il gruppo, per le motivazioni che dà. La Salernitana è una squadra che ha fatto circa 14 acquisti e 16 uscite, doveva avere tempo per cominciare la stagione in modo coerente. Adesso, con le ultime due vittorie lo sta facendo. L’entusiasmo del pubblico, quella della proprietà, rendono la squadra una realtà da seguire con attenzione e simpatia».
La sfida con la Cremonese
«Con la Cremonese, se la Salernitana riuscisse a vincere, si avrebbe una conferma importante da parte della formazione di Nicola, ci sarebbe un’inversione di marcia decisa. Il successo con la Lazio ha dato consapevolezza. La Cremonese è una squadra in crisi, però gioca un buon calcio. Sarà una gara delicata quella all’Arechi, ma i tre punti darebbero valore e coerenza al percorso iniziato dai granata».
Claudio Lotito
«Per il calcio italiano Lotito senatore non sposta in termini decisivi gli equilibri, l’accezione negativa è che potrà curare ulteriormente i propri interessi: la Lazio e le sue battaglie contro Gravina per avere i suoi uomini ai posti di comando. C’è già riuscito con lo smacco del trust con la Salernitana e con la cessione, e adesso non vede l’ora di recuperare terreno in questa guerra. Questa cosa non aiuta il calcio italiano, non sarà la nomina da senatore che potrà fargli ottenere ciò che desidera a prescindere dai metodi e dalle finalità. Inoltre, Lotito è un po’ il “capo popolo” dei club ribelli, che, assieme a De Laurentis, vuole portare in trionfo e a compimento solo i propri interessi, trascurando le vere necessità ed esigenze di rivoluzione del calcio italiano».