Home News Dia famelico, Coulibaly onnipresente, Candreva illuminato e spietato.

Dia famelico, Coulibaly onnipresente, Candreva illuminato e spietato.

La Salernitana gioca una partita importante per larghi tratti del match. Sousa sa come difendersi dagli attacchi della Roma e come colpirla. I cambi sottraggono qualcosa alla solidità difensiva e alle transizioni offensive, ma la squadra lascia il campo dopo aver disputato comunque una gara di assoluto rilievo.

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OCHOA 5,5: praticamente inoperoso nei primi quarantacinque minuti, soffre solo su qualche mischia aerea prodotta dalla Roma. Respinge lateralmente la punizione di Pellegrini, ma il pallone finisce sui piedi di El Sharaawy che realizza il gol del pari. Non irreprensibile nel bloccare il pallone in una mischia a pochi metri dai suoi pali. Sul secondo gol romanista potrebbe difendere meglio l’area piccola.

DANILIUC 6,5: attento e tempestivo in fase difensiva, lucido e preciso quando il pallone transita tra i suoi piedi e lui partecipa alla prima costruzione del gioco. Mette il piedone sul tiro potente di Wjnaldum e lascia immacolata la porta di Ochoa. Qualche difficoltà in più quando El Sharaawy gravita nella sua zona e lo punta. Potrebbe essere più cattivo e reattivo nella mischia concretizzata dai rivali con la stoccata di Matic.

GYOMBER 6,5: aggressivo, concentrato e pugnace, si applica su Belotti che non la vede quasi mai. A volte, se si vuol trovare un piccolo neo, dovrebbe controllare l’irruenza, quando accorcia in marcatura, che lo porta a commettere falli evitabili che regalano opportunità agli avversari sulle palle inattive. 71 LOVATO 5,5: non fa valere la sua prestanza e la decisione nel rinviare il pallone nell’azione che regala il secondo pareggio alla Roma. Soffre gli attaccanti di casa, non molla, anche se concede troppo facilmente una rifinitura ad Abraham per Cristante.

PIROLA 6,5: nella sua zona non c’è trippa per gatti, la Roma non sfonda mai, anche perché lui alterna aggressione alta e presidio basso. Bravo ad inizio ripresa a stoppare due iniziative di Wjnaldum. 77′ TROOST EKONG 6: soffre tanto il finale romanista, non sempre è tempestivo, ma con le buone e le cattive tiene botta e cerca di limitare il forcing degli attaccanti di casa.

KASTANOS 6: iniziale presidio della fascia destra ricco di interventi precisi in fase difensiva. Poi, come i compagni, comincia a divertirsi con il palleggio ed arriva anche al tiro. Un po’ distratto nel non seguire il taglio di El Shaarawy che calcia ma non trova la porta, ma è acceso, si diverte e si vede. Ancora distratto ad inizio ripresa, quando non segue El Shaarawy che spinge in rete la ribattuta di Ochoa sulla punizione di Pellegrini. Poi esagera con qualche leziosità di troppo e Sousa lo sostituisce con 59′ MAZZOCCHI 6,5: si lascia bruciare da Zalewski in fase difensiva, ma risponde con diverse accelerazioni palla al piede che gettano nello scompiglio la difesa giallorossa.

COULIBALY 7,5: un po’ di corsa a tutto campo per sgranchire i muscoli, prima di tirare fuori dal cilindro il perfetto assist che Candreva trasforma in gol. Poi il solito contributo in entrambe le fasi di gioco, con chiusura decisiva su Solbakken lanciato a rete. Sostanza e presenza anche nel finale che vede i padroni di casa arrembanti e alla ricerca del gol vittoria.

BOHINEN 6,5: desideroso di ritrovare le giocate e il protagonismo della scorsa stagione. Detta il passaggio, cuce il gioco, non disdegna l’inserimento e lo strappo palla al piede, come in occasione dell’ottimo spunto che lo porta a calciare insidiosamente verso la porta di Rui Patricio. Ma la sua gara è anche pregna di dinamismo e sostanza in fase d’interdizione. Cala nella ripresa e viene sostituito da 71′ VILHENA 6: scende in campo con un solo obiettivo: fare legna davanti alla difesa, con una Roma più cattiva ed aggressiva.

BRADARIC 6,5: volitivo, rapido e mentalmente centrato, sia nell’aggredire il dirimpettaio in fase difensiva, sia nel partecipare con continuità ai tentativi della squadra di distendersi in avanti. Secondo tempo sulla falsariga del primo, soprattutto sul piano difensivo, dove non molla mai nei contrasti e nelle chiusure.

CANDREVA 8: parte da trequartista, a volte è addirittura l’uomo più avanzato del reparto offensivo granata, concede pochi punti di riferimento agli avversari, come testimonia il perfetto inserimento con tocco finale di classe che lascia di sasso il portiere giallorosso. Il gol lo esalta e continua a ricamare calcio mai banale. Inizio di ripresa che lo vede ancora nelle vesti di rifinitore illuminato, con il lancio per Piatek che diventa il preludio della seconda rete granata. 77 BOTHEIM 6: entra e si mette al servizio di una gara prettamente difensiva al cospetto di una Roma che non vuol perdere punti.

DIA 8: arretra, partecipa alla fase difensiva, come una molla riparte pericolosamente appena la squadra ruba palla e agisce di rimessa. Opportunista e scaltro in occasione del nuovo vantaggio granata, sempre difficile da fermare quando parte negli spazi.

PIATEK 6,5: grande generosità nei corpo a corpo con gli avversari, prova a trovare il jolly dai diciotto metri ma lo stinco di Smalling neutralizza il pallone. Poi tanto lavoro sporco al servizio della squadra, ma poche possibilità di rendersi offensivamente pericoloso. Si fa vivo con gli interessi ad inizio ripresa, quando addomestica ottimamente il pallone e calcia verso la porta, con il pallone che finisce sul tacco delizioso di Dia che riporta avanti la Salernitana. Finale difficile per lui, che gioca solo palloni contesi contro i forti centrali romanisti.

ALL.SOUSA 7: il campionato è terminato con la conquista della salvezza matematica, però la squadra è organizzata difensivamente, abile nel palleggio, concentrata e temperamentale, sempre pungente e imprevedibile quando organizza le sue trame offensive. Collettivo organizzato, desiderio di migliorare partita dopo partita e, perché no, di guadagnare qualche altra posizione in graduatoria. Leggero calo emotivo della squadra all’inizio del secondo tempo, la Roma ne approfitta e trova il gol del pari. Però i suoi uomini ritrovano in fretta la retta via e, giocando con personalità, si riportano in vantaggio. I cambi tolgono qualcosa dal punto di vista della solidità difensiva e della riproposizione del gioco in chiave offensiva, ma la pianificazione tattica del match resta significativa e di spessore.