Home Editoriale Questa Salernitana merita sostegno. L’intero universo granata costruisca una nuova impresa

Questa Salernitana merita sostegno. L’intero universo granata costruisca una nuova impresa

Inzaghi e il suo gruppo stanno impegnando ogni risorsa psicofisica per tirarsi fuori dai bassifondi della classifica e restare agganciati al carro salvezza. Le ultime prestazioni, per nulla baciate dalla buona sorte, hanno acquisito una credibilità crescente. Con diciotto gare ancora da giocare e un calendario meno proibitivo, restano intatte le possibilità di un nuovo, affascinante capitolo da consegnare alla storia dell'Ippocampo

1214
0
Tempo di lettura: 5 minuti

Gira male, c’è poco da fare in questo momento. Se non armarsi di santa pazienza, accantonare lo scoramento e ripartire.

La Salernitana sta onorando alla grande questa fase delicata del campionato, nonostante gli episodi le giochino sistematicamente contro nei momenti cruciali delle partite.

Cosa puoi rimproverare ad una squadra che ha tenuto testa, sotto tutti i punti di vista, ad autentiche corazzate quali sono Milan, Juventus e Napoli? Tre gare che l’hanno resa protagonista di giocate significative in entrambe le fasi di gioco. Tre match che hanno registrato intensità agonistica, organizzazione difensiva, spunti individuali di notevole spessore tecnico. Un trittico di contese caratterizzato da altrettanti vantaggi parziali. Nove punti potenziali alla portata, ridotti ad un solo mattoncino da aggiungere alla costruzione della classifica.

Qualche errore evitabile è stato commesso, alla pari di alcune incomprensibili e discutibili decisioni arbitrali. Il tutto dovrà essere archiviato in fretta, perché il torneo è ancora lungo, offre altre diciotto chance per rimettersi in carreggiata e non lasciare nulla d’intentato.

A partire dalla ripresa della preparazione, che probabilmente vedrà altri volti nuovi rinfoltire l’organico a disposizione di Pippo Inzaghi.

Non è ancora giunto il tempo di alzare e sventolare la bandiera della rassegnazione. Per fare ciò, bisogna innanzitutto possedere l’intelligenza e la presenza mentale per focalizzare tutte le energie psicofisiche disponibili sul doppio turno casalingo che attende Candreva e compagni.

Rimuginare su ciò che poteva essere e non è stato, contribuirà solo ad alimentare uno snervante stato di impazienza e frustrazione. Due stati d’animo profondamente negativi, che finirebbero per consegnare al campo, domenica prossima, un gruppo contratto e, probabilmente, già svuotato.

Roma e Genoa, due impegni tosti, come tutti quelli propinati dalla massima serie italiana, ma da affrontare con la consapevolezza di poterli tradurre in una prima, grossa opportunità per recuperare terreno.

La prima, non l’ultima e neppure la penultima. Perché altro errore da evitare sarà proprio quello di attribuire un eccessivo significato alle gare contro le formazioni di Gilardino e Mourinho. Importanti ma ancora distanti dalla malsana tentazione di definirle già determinanti ai fini della salvezza.

La lucidità e la serena convinzione nei propri mezzi dovranno scortare la squadra sul manto erboso. Guai a parlare di ultima spiaggia. Perché non lo sarà. E, soprattutto, perché l’enfasi è l’esatto opposto della dose massiccia di rigoroso realismo che dovrà sostenere il gruppo nell’immediato futuro.

Restare ancorati alla verità significa anche abbandonare l’infondata speranza che episodi contrari e favorevoli, alla lunga, si compensino. Luoghi comuni che spesso non trovano riscontro nella realtà, come testimoniano gli ultimi eventi.

Comprese le scontate rappresaglie di un mondo arbitrale che ieri, come se non bastassero gli accadimenti pregressi, ha cestinato un’altra cospicua fetta della sua sempre più accartocciata credibilità.

Pertanto, la mentalità giusta risiede nel mettere in conto altri ostacoli, nuove difficoltà. Facendosi trovare pronti ad affrontarli, riuscendo attraverso l’orgoglio, la volontà, la coesione, la qualità tecnica e l’organizzazione tattica a domarli e a vincerli.

Lavorare serenamente in settimana, compattarsi e attendere senza nocive frenesie i centottanta minuti casalinghi proposti dal calendario.

Ripartire dalle ultime prestazioni significa cominciare anche ad apprezzare il parco calciatori di proprietà presente a Salerno. Compresi quelli ancora in bilico tra la possibilità di essere riscattati e la rinuncia della dirigenza.

Bisognerà farlo cercando di mettere finalmente da parte i giudizi trancianti e precipitosi, che rischiano di minare la fiducia, l’entusiasmo e l’autostima dei protagonisti.

Il tanto bistrattato Lovato, inserito in un contesto tattico organizzato e competitivo, ieri ha dimostrato di essere un difensore importante. Gara monumentale al Maradona di Napoli, nel corso della quale non ha sbagliato un solo intervento difensivo negli interi novantacinque minuti di gioco.

Tchaouna, con i suoi venti anni ancora freschi, migliora di partita in partita. Le sue prestazioni ancora oscillano tra devastanti potenzialità e superflue leziosità, ma la sua graduale crescita in un calcio così ostico è sotto gli occhi di tutti. E’ solo questione di tempo e di fisiologica maturazione la sua definitiva esplosione.

Bradaric, la cui qualità ed efficacia ancora fa fatica ad essere apprezzata, altrove è inseguito e desiderato da diverse società importanti. In questo calderone bisogna inserire lo stesso Martegani, centrocampista che fa viaggiare insieme fosforo, piede educato e disciplina tattica in fase difensiva.

Un altro ventenne, Legowski, ieri autore di una gara non esattamente positiva, è un profilo che non farà fatica a guadagnare progressivamente spazio e visibilità nel nostro calcio. Copre volumi impressionanti di campo, sa inserirsi negli spazi ed è sempre aggressivo sui facitori di gioco avversari. Le giocate in fase di impostazione sono ancora ‘sporche’ e a tratti precipitose, alla pari di un’irruenza che deve essere disciplinata. Ma giocando e sbagliando, subendo e soffrendo qualche critica, pian piano riuscirà a stabilizzarsi e a dare il suo sostanziale contributo alla causa granata, nel breve, medio e lungo termine.

Una frase troppo inflazionata come l’arcinota ‘Lasciamoli lavorare’ è, forse, davvero quello che ci vorrebbe in questo momento.

Ed infine, pur rischiando la lapidazione dialettica di una fetta cospicua dei nostri lettori, una parola mi piacerebbe spenderla anche per il ‘brutto anatroccolo’ Ikwuemesi, ‘massacrato’ per le due oggettive superficialità difensive che hanno consentito a Napoli e Juventus di vincere in extremis contro i granata.

Partendo dal presupposto che si sta giudicando un attaccante per gli errori commessi in disimpegno a ridosso e all’interno della propria area di rigore. Il suo mestiere futuro (anche in questo caso parliamo di un ventiduenne alla prima esperienza nel campionato italiano), se avrà la tempra caratteriale giusta per superare il momento difficile e il supporto morale e psicologico di chi gli è vicino, sarà quello di provare a far gol nel calcio che conta.

Non sarà mai Marco Van Basten, Careca o Lautaro, questo è lapalissiano, ma è altrettanto evidente che si rischia di finire fuori strada considerandolo una sorta di brocco calcistico meritevole di ogni sorta di scurrile ironia. Perché, seppure a sprazzi e in un contesto precario che dura dall’inizio di questa stagione, il ragazzo ha dimostrato di possedere delle doti. Tre gol e due assist in gare ufficiali sono un primo dato certo che non può essere trascurato. Bottino che avrebbe meritato migliori fortune se sulla sua strada non avesse trovato la traversa a Firenze e il miracolo di Carnesecchi a Bergamo.

Si lavori sulla sua testa (il suo entourage, Inzaghi ed i veterani del gruppo), ma anche lui dovrà essere bravo a reagire prontamente. Come? Imparando in fretta che si arriva dove si desidera arrivare solo attraverso la capacità di diventare competitivo e centrato nel superamento di sberleffi, critiche e momenti difficili. In alternativa, piuttosto che lasciarlo bruciare da scarse opportunità e sfiducia diffusa, gli venga data la possibilità di farsi le ossa altrove.

A partire da oggi, in attesa anche degli imminenti arrivi dal mercato di riparazione, l’intero universo granata si coalizzi per realizzare una nuova impresa da consegnare alla storia del calcio nostrano. Sarà ancora più bello riuscirci, dopo aver superato burrasche e tormente pallonare di ogni tipo.