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Vicenza – Salernitana: il pagellone poco serio

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BELEC 6.5: Rende facili le cose difficili, insormontabili le cose che paiono ovvie. Al 12esimo per poco non si fa infilare da una ciofeca di Lamin Jallow parandola in otto tempi, poi si dimostra reattivo su una conclusione di Vandeputte. Nella ripresa tenta di uscire alla disperata su un pallone lungo diretto verso Marotta, arriva a metà strada, si ricorda di aver lasciato il gas acceso e torna frettolosamente fra i pali. Divano, plaid e Netflix, Vid non esce mai. Lo fa sul finale quando, sul cross disperato di Nalini, contravviene al coprifuoco e si abbusca 400 euro di multa: POFFETE.

CASASOLA 6: Solita partita dispendiosa da parte del laterale argentino. Si fa beffare da Rigoni sul calcio d’angolo che porta al pareggio i vicentini. Nell’arco dei 90 minuti, però, ha percorso più km della Wolskswagen Lupo del 1998 con cui Fabrizio Castori va a prendere il vino agricolo dalle parti di Tolentino.

AYA 7: Partita pressoché perfetta, tempestata di chiusure efficaci e pochi fronzoli. Dove passa lui non cresce più l’erba, manco quella legale senza THC.

GYOMBER 6.5: Lo slovacco spazza in tribuna tutto quello che infrange la sua bolla prossemica. Il rischio non è il suo mestiere, parola d’ordine: facitece sta quet.

LOPEZ 5.5: Osservato con attenzione l’improponibile elastico fra i capelli di Marotta comincia a bestemmiare a denti stretti ma, stranamente, non dice nulla. Nel secondo tempo, però, quando il Vicenza schiera il #9 Emanuele Filiberto si fa afferrare per pazzo. Il buon uruguagio, repubblicano nel profondo, inizia un duello senza esclusione di colpi: verrà processato al tribunale speciale dei Savoia per lesa maestà.

KUPISZ 6: Eccelle nella doppia fase: falcia e ricama. Vedergli percorrere quella fascia, al netto di qualche sbavatura, è un piacere. Pare uno di quegli zipparielli scostumati che, a prima mattina, scendono da Caprecano diretti verso l’inferno della scuola dell’obbligo o, molto meglio, il paradiso delle macchinette in blocco alla “Buatta”, fate voi. VESELI 8: Neanche un pallone toccato, è vero, però è nu buon uaglion e non si beve una fetente di birra da ben 14 ore, perché non premiarlo?

SCHIAVONE 6: Partita educata per il centrocampista proveniente dal Bari, una garanzia: grembiulino in ordine, cartellina appoggiata vicino al banco, merendina priva di conservanti e grassi saturi, di giovedì sempre il primo a catechismo. Intorno al 14esimo della ripresa fa la spia alla maestra perché Pontisso dice quella malaparola con la “C” che fa piangere Gesù. CAPEZZI 2: Entra in campo solo per abbuscarsi una sontuosa mutanda da Cinelli, se la sognerà per i prossimi 5 mesi.

DI TACCHIO 9.5: La ricordate la storia di Giovannino Seme di Mela? Voi siete convinti che il nostro Ciccio, ieri sera, abbia fatto poco e nulla, invece no! Ha seminato per tutta la durata del match in cambio di un rigore arrubbato, fra qualche anno – quando avranno abbattuto l’ultimo albero e si saranno maniati l’ultimo pesce – i vicentini lo ringrazieranno.

Francesco Di Tacchio in azione al Menti di Vicenza mentre Giannetti lo guarda stupefatto e Lamin Jallow si orina sotto dalle risate

LOMBARDI 1: Nella vita tre cose sono sicure: la morte, i viecchi che ad ogni primo del mese fanno il limbo sotto la saracinesca delle poste per pigliare la pensione e l’infortunio muscolare di Lombardi. CICERELLI 6.5: Ha voglia di spaccare il mondo e si vede ma non sempre riesce ad essere ficcante. A meno che non porti la uagliona prima a mangiare il sushi, poi un bel frappè a fravola e banana e infine nella spineta finchè canta il gallo.

TUTINO 6: Gennarino vuole strafare, si nota. Non riesce a incidere come vorrebbe e, durante la prima frazione di gioco, ha un alterco con Cappelletti perché non riesce a farsi capace: a casa sua ann semp chiamat tortellini, mo bell e buon cappelletti.. BAH! A. ANDERSON 5.5: Entra bene nella contesa: prende palla, punta l’uomo e vola sulla fascia poi, appena gli arriva la notizia che Akpa Akpro ha esordito e segnato in Champions League, non ci va ad uscire e si eclissa dal campo.

DJURIC 6.5: Solita gara improntata sul sacrificio, glaciale dal dischetto al netto di due colpi di testa che “Maronna mia arreparaci!” GIANNETTI 27: Al 93′ fa una cosa dell’altro mondo. Non credeva di essere più capace. In effetti non lo faceva dal luglio 1999 (sulla spiaggia in Versilia, dove trascorreva le estati dell’infanzia, appresso all’aquilone): correre.

CASTORI 8: Gli altri allenatori tediano i propri calciatori con ore e ore di sedute in sala video per studiare gli avversari. Lui no, è da tre mesi che ai suoi pretoriani mostra una, e una sola, videocassetta: “Popcorn e patatine” di Nino D’Angelo. Nella fattispecie la scena in cui il caschetto biondo si siede sulla spiaggia, butta le prete a mare e canta “Sogno d’estate”.

L’attesa e la ripartenza, Nino siede sulla spiaggia e mena pesconi a mare

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Nato nel '90. Due passioni governano i moti del cuore e, molto spesso, confluiscono l'una nell'altra: Salernitana e poesia.