È una storia inflazionata che scomoda Davide e Golia, la Rete Ammiraglia e la televisione privata (che affida il palinsesto ai montascale per ottuagenari), una Invincibile Armada e una flottiglia di pescatori corrucciati. Quindi, un puntino sulla carta geografica — asserragliato da due costiere — e un Impero stuprato dai grandi d’Europa.
Gli ingredienti sono tutti nel paniere. Salernitana – Napoli è una sfida impari: servirà a cementare l’orgoglio di una fazione e l’arroganza dell’altra: questo è quanto, da qui non si scappa.
Si chiude — o si apre, fate voi — una settimana che ha fatto di caos e minacce il suo fulcro. Intelligenza poca, chiacchiere tante: da ambedue i lati della barricata, nessuno è esente da colpe e provocazioni.
Questo editoriale, in realtà, non avrebbe senso di esistere. Fosse solo per la trasferta vietata ai napoletani e le insalate miste — verdura di Provincia — condite dall’Osservatorio.
Questo editoriale non ha senso di esistere, pertanto cessa qui.
Unico appunto (prima di chiudere il grugno fra attesa e catarsi): sono le piccole fiammiferaie a rendere appetibili le favole, mentre i Re — dispotici e insopportabili — sovente si risvegliano nudi e con l’ego mutilato.
A buon intenditor, pane e pallone.