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Tra addetti e soloni spunta la curiosità Fabiani

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Le questioni che appassionano

Analizzando il flusso mediatico del mainstream in casa granata, si ha l’impressione — in assenza di altre motivazioni valide — che gli operatori del settore colgano le sensazioni della tifoseria all’indomani del pareggio conseguito alla “Dacia Arena” e con l’importante match con la Sampdoria alle porte.

Con risultati a volte sorprendenti per l’osservatore superficiale.

Ci si aspetterebbe, infatti, la curiosità/ansia per l’eventuale acquisto di Artem Dovbyk e Flavius Daniliuc, sul possibile ritorno di Simone Verdi. Ed invece pare sia altro ad affliggere i pensieri della tifoseria.

I rilievi tattici

Al netto delle riserve espresse da alcuni sulla gestione tattica di mr. Nicola.

Questione che meriterebbe analisi più profonda, se è vero come è vero che il ritiro nella splendida cornice austriaca — gravato da infortuni pesanti e dall’incompletezza di un organico alla quale si sta ponendo rimedio solo dopo la sconfitta in coppa col Parma — ha inciso prevalentemente sulla condizione atletica, meno sull’assemblaggio di squadra. Con un handicap da molti sottostimato: lavorare con un gruppo oltremodo appesantito dai troppi calciatori non funzionali alla serie A ed ereditati dalla precedente gestione.

Tant’è. Sul mainstream è già tempo di rimpianti e puntualizzazioni. 

Il gigante di Tuzla

I primi sembrano accentrarsi prevalentemente sul ritorno di Milan Đurić, che le sirene di mercato segnalano in uscita — dopo un solo mese — dalle fila veronesi.

Un rimpianto forse giustificato dall’alta considerazione che va tributata all’uomo, capace di caricarsi spesso e silenziosamente il peso di un reparto spesso asfittico. Un giudizio largamente condiviso in città, e non inficiato da alcune dichiarazioni non sempre eleganti — quali il ringraziamento alla precedente proprietà e non all’attuale nel suo commiato social (leggi) — che non scalfiscono la stima, ma forse non legittimano eccessivi rimpianti per “il gigante di Tuzla”, questo l’entusiastico appellativo che lo salutò al suo arrivo all’aeroporto nell’agosto del 2018.

A costo di essere annoverati tra i “soloni” — epiteto poco fantasioso e mediocremente utilizzato, ché Solone era Sapiente — si può immaginare che il progetto tecnico abbia guardato altrove, in direzione diversa dal trentaduenne attaccante bosniaco, autore in carriera di una sola annata in doppia cifra e di sole 7 reti in serie A. E che obbliga, in costanza d’impiego, ad una tattica monotematica ormai ben nota agli scafati allenatori della massima serie.

Un rimpianto forse dettato da una visuale miope e non commisurata alle nuove dimensioni di questa squadra, e che ha trovato in passato rimpianti per calciatori come Gondo e Tutino, che poco hanno dimostrato lontano da Salerno e comunque sempre in cadetteria.

L’addetto all’arbitro: la curiosità

Ma se questa è pur sempre questione di campo, sorprende ancor di più la diffusa preoccupazione sull’assenza — temporanea? — di un addetto all’arbitro, così come si legge sull’edizione cittadina de “il Mattino” a firma Enrico Vitolo e su alcune testate web.

Non è dato conoscere se Pietro Contente succederà a sé stesso o se un nuovo dirigente sia alle porte. Così dovesse essere, avremo modo di valutarne il curriculum.

Ma è questione non essenziale, e neanche foriera di cattivi pensieri, all’indomani della sontuosa prova di Aureliano ad Udine (leggi articolo).

Del resto la Salernitana ha tradizione di eccellenti addetti arbitrali, alcuni insospettabili.

Una curiosità, nota a pochi, consente di annoverare tra i predecessori illustri anche l’ex direttore Angelo Fabiani, già addetto agli arbitri della Juventus, come riportato in un’intervista del compianto presidente alabardato Amilcare Berti al “Piccolo” di Trieste (leggi articolo).

Nella foto l’ex direttore Angelo Fabiani con il team manager Sasà Avallone

Difficile immaginare per il Fabiani una riconversione simile a quella avvenuta con Stefano Colantuono, impegnato com’è l’esperto dirigente a ritagliarsi uno spazio tra la Lazio femminile ed il settore giovanile del ritrovato patron Lotito, e certamente lontano dalle questioni salernitane.

Battute a parte, è auspicabile che il “focus” si centri sulle operazioni di mercato — quelle utili — e sui tre punti — auspicabili — da cogliere contro la Sampdoria, squadra con la quale ebbe inizio la fantastica remuntada della scorsa stagione.

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Nato nel 1964, professione ortopedico. Curioso ma pigro. Ama svisceratamente Salerno e la Salernitana. Come sempre accade quando un amore è passionale, è sempre piuttosto critico nei confronti di entrambe.