Home Storie Le partite della nostra storia. Gli anni ’30

Le partite della nostra storia. Gli anni ’30

Il decennio 1931-1940 è tra i più interessanti della storia della Salernitana. In quell'epoca comincia a cementarsi il sentimento popolare della città nei confronti della squadra, anche grazie alla costruzione del nuovo stadio cittadino. Guidata dall'ungherese Hirzer, nel 1938 la formazione bianco-celeste conquista la sua prima promozione in Serie B.

615
0
La Salernitana del 1937-38 che conquistò la prima promozione in Serie B della storia (immagine tratta dal libro «Salernitana 1919/1989» di Alfonso Carella, Boccia Editore).
Tempo di lettura: 6 minuti

Proseguiamo con la serie di articoli che narrano le partite più iconiche della storia della Salernitana, già pubblicati a puntate sulla nostra pagina Facebook.

8. Salernitana-Vomero 4-1, 11 gennaio 1931

Nella stagione 1930/31 la Salernitana, guidata dall’ungherese Géza Kértesz, punta a vincere il campionato. Il tecnico magiaro è molto più che un allenatore. Infatti, opera anche sul mercato, rivoluzionando la squadra che nella stagione precedente aveva concluso il campionato a metà classifica. Agostinelli, Miconi, Stoppa, Cucciolini e soprattutto Armando Bertagni rinforzano la rosa biancoceleste.

La dura preparazione, a cui ha contribuito anche il massaggiatore Angelo Carmando, capostipite di una dinastia di acclarata fama, dà i suoi frutti. La Salernitana, infatti, veleggia nelle posizioni alte della classifica del girone E di Prima Divisione, la Serie C dell’epoca.

Una squadra che punta alla promozione in Serie B non può di certo disputare le sue partite sul campo di Piazza d’Armi, inadeguato ad alti livelli. A metà stagione la squadra del presidente Enrico Chiari si trasferisce allo stadio Littorio, ubicato nel centro cittadino, che soltanto nel 1952 verrà intitolato a Donato Vestuti.

L’11 gennaio 1931 si tiene la prima partita ufficiale sul campo di Via Nizza. L’avversario di turno è il forte Vomero, che contende all’undici di Kértesz il primo posto del girone che vale l’accesso alla finale-promozione. I biancocelesti si schierano con questa formazione: Lipizer, Bertagni, Vandelli, Cucciolini, Novella, Brioschi, Agostinelli, Miconi, Stoppa, Codari, Terno.

Pubblico delle grandi occasioni sugli spalti e… fuori. Quella contro il Vomero è la prima di centinaia di gare disputate con molti tifosi non paganti, che assistono alle gesta degli atleti dai balconi dei palazzi circostanti.

Sebbene il Vomero si porti avanti nel punteggio con un gol del numero 10 Bonivento a metà primo tempo, l’incontro non ha storia. La superiorità della Salernitana è netta. Poco prima della fine della prima frazione i biancocelesti ribaltano lo svantaggio con le reti di Agostinelli e Terno, allungano all’8’ della ripresa con Miconi e chiudono i giochi a dieci minuti dal termine con un bel colpo di testa di Codari su cross di Terno.

9. Cagliari-Salernitana 2-1, 3 maggio 1931

La Salernitana del mister Géza Kértesz ha concluso il girone E al primo posto. Per conquistare la Serie B occorre battere il Cagliari nello spareggio-promozione che si disputa con gare di andata e ritorno.

Il 26 aprile, al Littorio di Via Nizza, la formazione azzurra (è questo il colore della divisa nella stagione 1930/31) si porta in vantaggio all’11’ con Terno ma subisce alla mezz’ora il definitivo 1-1 degli ospiti. Pertanto la sfida decisiva si gioca nel capoluogo sardo, allo Stadio Comunale di Via Pola, la domenica successiva. Una decina di tifosi segue la squadra nell’isola.

Kértesz schiera questo undici: Lipizer, Bertagni, Vandelli, Giacchetti, Novella, Cucciolini, Agostineli, Brioschi, Miconi, Adinolfi, Terno.

La Salernitana entra in campo con personalità e trova il vantaggio al 31’ con l’ennesima rete del suo centravanti, il friulano Luigi Miconi, poi sfiora più volte il raddoppio. Nel secondo tempo la squadra di Kértesz si rintana in difesa e favorisce gli assalti del Cagliari. Al 57’ gli isolani pareggiano con un calcio di punizione di Pulicheddu che trova impreparato il portiere. Al 68’ ancora un errore di Lipizer consente ai sardi di violare la rete con Filippi.

Franco Lipizer non torna a Salerno e in estate viene ceduto. Qualche mese dopo, di passaggio nella nostra città per questioni personali, racconta ad alcuni tifosi che il presidente della società, il tenente colonnello Enrico Chiari, aveva invitato il portiere a lasciar vincere il Cagliari. La Serie B, per un club in costante difficoltà economica come la Salernitana, avrebbe comportato investimenti troppo onerosi.

10. Salernitana-Civitavecchiese 1-1, 10 aprile 1938

La stagione 1937/38 è storica. Comincia con l’ennesima crisi societaria risolta in extremis e si conclude con la prima agognata promozione in Serie B. La formazione biancoceleste è guidata dal presidente Giuseppe Carpinelli, un avvocato di Giffoni Valle Piana, e dall’allenatore Ferenc Hirzer (in foto, immagine tratta da www.labdaburgo.de), ungherese di Budapest.

Il cammino dell’undici di Hirzer è regolare. La Salernitana combatte fin dalle prime partite del campionato con l’agguerrita Civitavecchiese, la squadra contro cui arriva a giocarsi, dopo una sconfitta a Catania, un importante scontro diretto casalingo.

Sia i campani che i laziali stazionano in testa alla classifica con 30 punti. Vincere l’incontro significherebbe ipotecare la promozione in B. Allo stadio accorrono 5 mila salernitani, senza contare i tanti tifosi che assistono alla gara dai palazzi circostanti. Presente anche una corposa e sportiva delegazione di tifosi della Civitavecchiese.

Hirzer schiera la seguente formazione: Ricciardi, Allemandi, Zaramella, Borgo, Zambianchi, Bonazzi, Lazzarini, Frione, Valese, Corsanini, Surra.

La gara è combattuta e la Salernitana ha tutta l’intenzione di dominarla. Dopo 9 minuti arriva il gol del vantaggio con un’azione orchestrata dai suoi migliori calciatori. Lazzarini serve l’ala sinistra Natale Surra, un torinese dalla chioma bionda e di buona qualità, che fornisce un perfetto assist per Antonio Valese. L’ala salernitana, che qualche anno più tardi fornirà un contributo determinante allo sviluppo tattico del calcio italiano ideando il «vianema», realizza con un colpo di testa.

Grave colpa non chiudere l’incontro. Al minuto 87 la Civitavecchiese pareggia con Baldoni, che approfitta di un errore difensivo di Zaramella. 1-1 finale e classifica corta: Salernitana e Civitavecchiese 31, L’Aquila 29, MATER 28. Tutto ancora da giocare.

Nei giorni seguenti la Gazzetta dello Sport critica il tecnico Hirzer per l’atteggiamento spregiudicato della sua squadra: «Sarebbe solo il caso di domandare all’allenatore della Salernitana, ingenuo troppo ingenuo, come si fa a ricadere nello stesso errore che costò domenica scorsa la sconfitta della Salernitana a Catania. È vero che la miglior difesa è l’offesa, ma quando si vince fino a tre minuti dalla fine è pericoloso mandare la squadra allo sbaraglio per il miraggio d’una più smagliante vittoria».

11. Potenza-Salernitana 0-2, 8 maggio 1938

Alla vigilia dell’ultima giornata del girone E di Serie C, la situazione di classifica è la seguente: Salernitana e L’Aquila 35, Civitavecchiese 33. Nell’ultimo turno L’Aquila è costretta a osservare un turno di riposo mentre i laziali ospitano la Bagnolese. I conti sono presto fatti: la Salernitana, con un pari a Potenza, è in Serie B.

L’evento è molto sentito. Circa mille tifosi raggiungono il capoluogo lucano in auto, in pullman o in treno. Chi sceglie quest’ultima opzione si distingue dagli altri viaggiatori appuntando al petto una coccarda biancoceleste. Alla stazione di Eboli si aggiunge un nutrito numero di sostenitori, circa un centinaio.

Hirzer schiera il seguente undici: Ricciardi, Allemandi, Zaramella, Barsella, Bonazzi, Borgo, Lazzarini, Frione, Valese, Corsanini, Surra.

All’inizio del secondo tempo la Salernitana si porta avanti nel punteggio con un gol di Valese, lesto a correggere in rete la palla che il portiere lucano aveva deviato sulla traversa su un tiro di Bonazzi. Non passa che un minuto e la Salernitana va ancora in rete. Il numero 10 Corsanini, servito da Valese, colpisce la sfera con un bel tiro al volo.

La Salernitana conquista per la prima volta la promozione in Serie B. Al loro ritorno in città, Ferenc Hirzer e gli eroi di Potenza vengono accolti dai tifosi in festa, che illuminano il Corso Vittorio Emanuele con centinaia di fiaccole.

12. Anconitana-Salernitana 2-0 a tav. (sospesa sul 2-1), 18 dicembre 1938

Il primo campionato di Serie B della storia della Salernitana si conclude con un mesto ritorno in terza serie. Rispetto all’anno precedente, la società guidata dall’avvocato Carpinelli ha cambiato molto, sia in campo che in panchina. Il nuovo tecnico è l’austriaco Franz Hänsel, con una lunga esperienza anche in massima serie.

Il torneo comincia male e prosegue ancora peggio. La partita di Ancona è la più emblematica dell’intero campionato.

Nel capoluogo marchigiano la Salernitana è intenzionata a conquistare la prima vittoria esterna contro l’Anconitana allenata da Ferenc Hirzer, il tecnico della promozione bianco-celeste in B.

Hänsel schiera la seguente formazione: Narducci, Zaramella, Bonfanti, Cenci, Trotter, Casagrande, Carella, Valese, Sallustro, Iacovazzo, Bergonzini.

La Salernitana domina nella prima frazione di gioco e certifica la sua supremazia con il vantaggio firmato da Attila Sallustro al 37’. L’attaccante paraguaiano naturalizzato italiano ha giocato per tutta la carriera al Napoli, nel massimo campionato. Il suo arrivo a Salerno, città in cui chiuderà la carriera, entusiasma i tifosi. Il suo contributo, però, è minimo: quello di Ancona è l’unico gol siglato in 14 presenze. Dopo l’esonero di Hänsel, in primavera, tenterà in veste di allenatore un’impossibile rimonta.

Torniamo ad Ancona, dove nel secondo tempo la Salernitana si rintana in difesa favorendo l’assalto dei locali. Al 75’ la squadra di Hirzer pareggia con una rete di Torti. I calciatori salernitani protestano per un presunto fallo dell’attaccante. All’85’ l’Anconitana ribalta il punteggio, ancora con Torti. La rete, segnata in sospetto fuorigioco, infuoca gli animi dei giocatori ospiti che accerchiano l’arbitro, minacciandolo e colpendolo con un calcio.

La gara si conclude regolarmente, ma a fine partita i tifosi marchigiani assediano lo spogliatoio della Salernitana. Soltanto dopo molte ore i calciatori potranno tornare a Salerno.

La dirigenza bianco-celeste s’inoltra in un temerario ricorso per gli errori arbitrali. Tre giorni dopo il match, il Direttorio Federale ordina il 2-0 a tavolino per l’Anconitana e squalifica ben sei calciatori della Salernitana.

La fonte dei racconti è il volume «Salernitana: la Storia» di Giuseppe Fasano e Francesco Pio Fasano, GEO Edizioni.

Articolo precedenteRebus centrocampo. Regia classica o manovra affidata all’estro della trequarti?
Articolo successivoInter vs Salernitana: fischia Piccinini
Autore del podcast settimanale "Agostino": https://shorturl.at/hyZ01

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

cinque × quattro =