Home News Un lampo di Tchaouna non scalfisce il monologo laziale.

Un lampo di Tchaouna non scalfisce il monologo laziale.

La trentaduesima tappa del calvario granata si conclude con l'ennesima sconfitta stagionale. Dopo un buon inizio, la squadra si consegna alla Lazio e lascia il terreno di gioco con altre quattro reti sul groppone.

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COSTIL 5,5: sembra ormai superato dal pallonetto di Castellanos, ma è reattivo con il braccio sinistro ad allontanare il pallone dalla porta. Può fare meglio in occasione del raddoppio di Vecino, quando resta sulla linea di porta invece di avanzare e restringere lo specchio. Nulla può sul diagonale che consente a Felipe Anderson di realizzare la personale doppietta. Si fa trovare pronto, nel secondo tempo, sulla conclusione a botta sicura di Luis Alberto. Incolpevole anche sull’incursione e il tiro di Isaksen che valgono il poker laziale. Incerto nel finale con un’uscita che non è l’emblema del tempismo.

GYOMBER 4,5: sul secondo gol laziale viene graziato dal tiro vincente di Vecino, che rende superfluo il fallo di mano che sarebbe stato punito con il rigore a sfavore. Sulle verticalizzazioni rapide dei padroni di casa, alla pari dei compagni, è spesso in affanno, anche se nella difficoltà riesce comunque a sbrogliare un paio di situazioni critiche. Ripresa meno snervante, con la Lazio che prova ad incrementare il vantaggio senza però accompagnare le sue iniziative con l’intensità dei primi quarantacinque minuti. Nel finale, con la collaborazione di Coulibaly, gestisce male un pallone in uscita, la Lazio lo conquista e va ancora a segno con Isaksen.

BOATENG 5,5: oppone il corpo sul tiro dalla distanza di Marusic, poi sul gol di Felipe Anderson è costretto a seguire il movimento di Castellanos e non ha colpe. Non è impeccabile in marcatura su Vecino che realizza il secondo gol, soffre l’imprevedibilità degli attacchi diretti e verticali degli uomini di Tudor. Ma è anche attento con tre diagonali utili a neutralizzare altrettante azioni insidiose dei capitolini. 46′ MANOLAS 5,5: entra in campo con una Lazio quasi sazia, quindi non è costretto a fare gli straordinari, cavandosela con esperienza in un paio di situazioni. Quando i padroni di casa pigiano il piede sull’acceleratore, anche il suo mestiere mostra qualche titubanza.

PIROLA 4,5: troppo morbido il suo lavoro di attesa su Felipe Anderson che avanza, lo dribbla e supera Costil con un tiro di sinistro chirurgico. Ancora assente e disorientato in occasione della terza rete di Anderson, sul quale è in netto ritardo e fuori posizione. Ripresa meno tribolata grazie ad avversari semi appagati, ma sempre tremebonda quando i rivali verticalizzano rapidamente.

ZANOLI 4,5: mai propositivo, spesso assente difensivamente sulle continue galoppate di Lazzari a sinistra. Partita incredibilmente amorfa. 46′ SAMBIA 6: entra a gara abbondantemente compromessa, ma si gioca la sua chance con grande impegno, lavorando con sufficiente padronanza nelle due fasi.

MAGGIORE 6: i due trequartisti e i due mediani bassi schierati da Tudor rendono complicato il suo lavoro di interdizione nel primo pressing e tra le linee. Ma non si risparmia, corre come un dannato e, appena può, si sgancia per dare una mano al reparto offensivo con i suoi inserimenti. Dal suo piede sinistro parte l’assist che viene sfruttato di testa da Tchaouna. Esce per infortunio al termine del primo tempo. 46′ LEGOWSKI 6: da lui puoi attenderti soprattutto dinamismo e aggressività nella zona nevralgica del campo. Compito svolto con sufficiente abnegazione e intensità, pur in un contesto tattico abbondantemente compromesso.

COULIBALY 5: polmoni e grinta questa volta non mancano, ma la sua partita solo a sprazzi cerca di accendersi, il più delle volte resta caotica, fallosa e tatticamente incerta, come testimonia il pallone perso ai danni di Rovella che avvia il poker definitivo della Lazio.

BRADARIC 5,5: determinante la deviazione che neutralizza il colpo di testa di Castellanos. Ad inizio partita rappresenta un punto di riferimento costante sull’out mancino, mostrando spirito di iniziativa e doti tecniche importanti. Quando è chiamato, però, a fare la fase difensiva, le sue letture sono spesso deficitarie e raramente impediscono ai rivali che gravitano nella sua zona di calciare in porta.

TCHAOUNA 6,5: sempre vivo e carismatico nella ricerca della giocata capace di incidere e disarticolare la fase difensiva laziale. Si muove tanto e si fa trovare pronto nei sedici metri con il colpo di testa che accorcia momentaneamente le distanze. Generoso anche nella ripresa, ma gli argomenti della manovra collettiva finiscono per costringere anche lui a una sostanziale impotenza. Comunque chiude il match con la palma del migliore granata.

CANDREVA 4,5: perde il pallone a metà campo, consentendo alla Lazio di partire di rimessa e realizzare il gol del vantaggio con Anderson. Poi, per il resto della gara, non riesce mai ad essere un fattore creativo al servizio della squadra, palesando anche una precaria condizione atletica e psicologica. 85′ MARTEGANI S.V.

IKWUEMESI 5,5: parte bene lavorando di sponda un paio di interessanti palloni e servendo nel corridoio Maggiore, che è abile a fornire l’assist vincente a Tchaouna. Si gira prontamente in area laziale e calcia in porta, ma è sfortunato con la traiettoria del suo tiro che viene arrestata dallo stinco di un difensore. Poi la Lazio sale in cattedra, la Salernitana smarrisce le certezze iniziali ed anche lui diventa meno preciso nel controllo e nella gestione dei palloni. Su un contrasto vinto da Legowski, conquista palla, prova la penetrazione centrale ma il tiro è troppo debole per impensierire Mandas. Non si risparmia, guadagna qualche punizione, si muove tanto in ampiezza e in lunghezza ma, scarsamente supportato, non riesce ad avere la meglio sui centrali di casa. 76′ WEISSMAN 5,5: venti minuti connotati dall’abituale generosità ma anche privi di acuti in grado di intimorire Gila e compagni.

ALL.COLANTUONO 5,5: faticosa la sua gestione con un campionato che non smette di produrre sofferenza emotiva e problematiche tecnico-tattiche. Presenta in campo una squadra fisica ed anche spigliata quando si propone nella metà campo laziale. I suoi ragazzi sembrano desiderosi di stupire, ma quando i padroni di casa muovono velocemente il pallone e verticalizzano sono dolori senza soluzione di continuità. Le differenze in campo sono palesi. Nella ripresa, cerca di evitare l’imbarcata sfruttando un triplo cambio che conferisce maggiore dinamismo ai suoi uomini, ma la fase offensiva resta scarsamente variegata e improduttiva.