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Un’idea come un’altra.

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Unidea come unaltra
Unidea come unaltra
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Grazie di cuore a Spinelli, Bagnoli, gli atleti e a tutti quanti hanno contribuito direttamente e indirettamente al ritorno del Genoa ai massimi livelli internazionali.

Dopo una qualificazione, arrivò in sede un telegramma con un testo forse anche un po’ banale. Il mittente forse un po’ meno. Il suo nome era Fabrizio. Anzi, Faber.

Lo Zena è come quelle persone che incontri nella vita e ti stanno sulle palle ma non sai perché.

Anzi, lo sai.

Ma togliendo i gemellaggi, togliendo gli ex presidenti che non sono mai stati il massimo della simpatia, togliendo i goal segnati nel recupero, ti fermi e pensi.

E ti fai una domanda, quel quesito diventa poi una certezza.

Perché le due tifoserie hanno sempre avuto cose in comune.

Andare in Gradinata, come in Curva Sud, suscita un fascino che solo chi ci va la dentro può capire, così come le facce cotte dal sole, i muscoli tatuati da ore e ore passati a scaricare nei rispettivi porti.

Il volto stralunato per le ore passate a vedere il mare con una Peroni, forse con una canna.

Insomma, il sentirsi parte di una fede che va oltre quella calcistica. È il sentirsi città che ha addosso i colori della maglia.

Salerno e Genova hanno questo in comune. Gli insulti, gli sfotto e qualche votamano, del resto, fanno parte del gioco.

Poi resta il rispetto per gli avversari. E chi vi scrive nutre rispetto per quelli che siederanno dall’altra parte.

Perché quel rispetto nasce da anni passati a prendere schiaffi in campo, anni passati ad arrivare vicino ad una meta per non raggiungerla mai.

E poi la stima e il rispetto per quello stadio.

Così simile agli stadi inglesi, così bello da essere in piena città.

E poi la stima e il rispetto per questo ragazzo:

Perché morire giovani è già una schifezza.  Morire per una coltellata davanti all’ingresso della Gradinata è ancora più una schifezza.

Ecco Genova: il suo mare, la sua passione e la sua tradizione.

La tifoseria che ha combattuto un presidente che li aveva portati all’inferno e che per anni li ha lasciati lì a galleggiare.

E, non dimentichiamolo, quel presidente viene da un paese dietro ai monti.

E il mare non lo conosce.

Non sa quanto è bella la sensazione di vedere e toccare gli abissi, poi risalire e sentire il sale che ti penetra.

Buona partita, ovunque voi siate.